I Millennials e l’integrazione nelle nostre organizzazioni: riflessione di Andrea Servili
Il covid, lo smart working e la “nuova normalità”, che si verrà a consolidare, potranno essere un ulteriore stimolo per pianificare il nuovo modo di lavorare proprio partendo dalle loro esigenze e dal loro intuito? Mi permetto di consigliarvi questo articolo, che reputo interessante, poiché riesce a sintetizzare i temi più rilevanti sui quali ci troviamo a riflettere spesso. I millennials sono una risorsa enorme, ma non è semplice capire qual è il percorso migliore per attrarli, tenerli e farli crescere. Per lo meno quelli di talento, seri e volenterosi (e ce ne sono molti). Capiscono che ci sono obiettivi aziendali, numeri ed economics, e che questi sono base fondante di qualsiasi azienda. È però la “Reason Why”, il valore ultimo, che l’organizzazione deve trasferire. Per loro questo è infatti un elemento centrale. Per come viviamo Huware e cerchiamo di farla crescere, questo secondo me può essere accolto come un enorme stimolo e non una minaccia. Siamo quotidianamente guidata da budget, vendite e obiettivi di breve, il che è sano e corretto (la pressione commerciale è una fonte di crescita indiscutibile), ma la salute dell’azienda nel lungo periodo si deve basare su una visione più ampia. So che sto dicendo cose che possono sembrare banali, ma l’ossessione per il valore che generiamo e trasferiamo deve guidare per quanto possibile le scelte anche nel quotidiano, anche quelle difficili. E i millennials ci possono sfidare e stimolare in questo. Come poter alimentare questo “challenge” virtuoso? Quello che notiamo è che sono disposti a tollerare organizzazioni meno strutturate (si adattano benissimo all’ottica agile), ma sono figli del loro tempo: vogliono imparare, velocemente, fare cose diverse, sentire che stanno crescendo. E in questo percorso di crescita hanno un ottimo grado di autonomia, ma si aspettano feedback frequenti e costanti. Sappiamo che non è sempre facile accontentare questa esigenza, anche perché sembra cozzare con il concetto di redditività che ci si aspetta da un profilo Junior (soprattutto in consulenza). È giusto prodigarsi per non farli annoiare? Oppure sarebbe meglio, anche e soprattutto per loro, abituarli ai vecchi concetti di gavetta e lavori routinari che fanno crescere? Noi proviamo a stimolarli e contestualmente ad integrarli con le logiche aziendali con questi accorgimenti organizzativi: Questa è la sfida più grande, che si deve allineare al vostro stile di leadership. Quello che proviamo e che vorremmo fare, è un Mentoring a due vie: prendersi la responsabilità di diventare e essere un mentor per i giovani, ma avere anche la sensibilità, l’apertura mentale e la voglia di mettersi in gioco e usare gli stimoli dei millennials per imparare, crescere e migliorare noi stessi e di riflesso la nostra azienda. I pranzi, i One-to-one (anche informali) e le semplici chiacchierate, possono essere utili in questo senso. Riflessione di Andrea Servili, founder & partner Huware.Millennials, croce e delizia. Come si stanno realmente integrando nelle nostre organizzazioni?
Ecco secondo me tre dei punti centrali dell’articolo e le riflessioni che vorrei condividere:
1. Punto focale su cui basare tutti gli altri ragionamenti: i millenials considerano il lavoro un “elemento centrale della propria vita”.
Alcuni esempi semplici di quello che proviamo a fare in Huware:
2. I millennials vanno stimolati con costanza.
3. I millennials non cercano un capo, ma una guida.